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La Storia della Corte

La Corte in origine si chiamava "Curte te lu Bancu te Napuli" (corte del Banco di Napoli) perchè il palazzo adiacente alla via Paladini per molti anni è stato la sede del Banco di Napoli.​
Nel 1871 il Comune di Lecce affidò all'erudito Luigi G. De Simone l'incarico di attribuire ad ogni via, largo e corte, una colta e definitiva denominazione: alla nostra fu dato il nome di Corte dell'Idume.
Il nome deriva da un fiume carsico che nasce nel sottosuolo del centro storico di Lecce e, alla fine del suo corso, sfocia in Adriatico tra Torre Chianca e Torre Rinalda, uscendo alla luce del sole a circa trecento metri dal mare. Nei suoi quindici chilometri di vita si alimenta di varie sorgenti sotterranee di acqua dolce e, con una serie di "risorgenti", dette "Aisi".
Per molto tempo si è discusso sulla sua esistenza.​
Si sa che la celebrità o l’oscurità di una persona, di un fatto o di una qualsiasi realtà, dipendono dalla fortuna!​
L'Idume, indicato in un'antica leggenda con l'epiteto di Padre Idume, forse per le sue provvide acque, venne cantato da poeti come Ascanio Grandi, leccese, ai suoi tempi paragonato a Virgilio ed Omero, che nel 1632 assegna questo nome al fiume e narra della presenza della Fata Morgana che sulle sponde del fiume si manifesta.
​La sua foce un tempo era paludosa, in mezzo alla macchia mediterranea, e da alcuni poeti greci e latini venne poeticamente associata a quella regione della Palestina meridionale chiamata Idumea, di cui si parla anche nell’Antico e nel Nuovo Testamento, in particolare nel libro di Isaia, dove si ricordano i vari torrenti che la solcano.
Secondo la tradizione cittadina la ‘prima’ sorgente del fiume nasceva proprio nel sottosuolo della nostra corte!
Per questo il De Simone gliene attribuì il nome: un segno perenne del silenzio della vita e della poesia.

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